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“Quando un testatore non vi ha lasciato niente, probabilmente vi voleva risparmiare le imposte di successione.”
Peter Alexander Ustinov
La morte di una persona comporta, in primo luogo per gli eventuali parenti, oltre al turbamento per la perdita della persona cara, anche tutta una lunga e complessa serie di incombenze, tra le quali occupa il ruolo principale quello della successione ereditaria. Tutti i beni del defunto, definito de cuius, ma anche molti dei suoi diritti, debiti e crediti, vanno a costituire una universalità che viene definita eredità. Sono molti gli aspetti che devono essere affrontati nella gestione di una eredità. Innanzitutto la sussistenza stessa di una eredità, ovvero che vi siano beni, diritti, debiti o crediti che possono essere trasmessi per via ereditaria. In secondo luogo la esistenza di una manifestazione di volontà da parte del de cuius che potrebbe aver lasciato un testamento. La esistenza di un testamento crea uno spartiacque tra due diversi percorsi. La successione senza testamento sarà disciplinata unicamente dalle norme del codice civile, mentre nel caso vi sia un testamento la successione dovrà coordinare le regole del codice civile con le volontà del testatore.
A questo proposito sarà necessario verificare la regolarità del testamento ed il tema è tutt’altro che di facile lettura, tanto è vero che è prevista la possibilità di impugnare il testamento medesimo, se ricorrono determinati presupposti. Accertata la legittimità del testamento e “salvata” quindi la volontà del de cuius sarà necessario verificarne la compatibilità con le norme vigenti. Il testatore, infatti, non è completamente libero di decidere di tutto il proprio patrimonio e la sua volontà subisce alcune limitazioni. Sarà necessario, volta per volta, analizzare con attenzione tutti questi aspetti al fine di rispettare il più possibile, da un lato la volontà del testatore e dall’altro i diritti degli eredi.
Uno degli aspetti che più preoccupano gli eredi è quello legato alla presenza di eventuali debiti lasciati dal de cuius. Com’è noto una volta che l’erede accetta l’eredità ne prenderà, eventualmente pro quota con gli altri eredi, non solo i beni e i benefici, ma anche i debiti. Proprio per questa ragione è prevista la possibilità del beneficio di inventario, che consente di esaminare l’eredità, valutarne la consistenza e la presenza anche di eventuali debiti, prima di decidere se accettare definitivamente.
La eredità, per altro, non è l’unica voce che può essere presente in una successione, potendovi sussistere anche il cosiddetto “legato”: ai sensi dell’art. 671 c.c., il legato è un istituto molto particolare, con il quale il testatore nomina un soggetto destinatario di un beneficio, senza però farlo divenire erede del defunto e, pertanto, non risponde dei debiti che derivano dal legato oltre il suo valore. Negli esempi più tipici si destinato un bene o un valore a qualcuno a condizione chetale bene o valore venga utilizzato dal legatario per un preciso scopo o finalità.
La materia delle successioni è molto complessa e non solo nel caso di grandi eredità o grandi patrimoni da gestire, ma in tutti i casi in cui vi siano dei beni che vengono lasciati dal defunto.